Gli albi illustrati tra arte e moda 3. Tessuti e Pattern

Gli albi illustrati tra arte e moda 3. Tessuti e Pattern

30 Aprile 2020 Off Di Claudia Pazzini

Dopo aver preso in esame gli albi illustrati che parlano di arte e moda in ambito artistico qui e nell’ambito della moda qui, in questa terza e ultima parte dell’approfondimento vorrei soffermarmi su quei libri non convenzionali che usano l’abito o il tessuto in modo innovativo come strumento di scoperta: dalla letteratura classica alla storia dell’arte fino alle fiabe classiche, non c’è alcuna materia culturale che il tessuto non possa mediare con grande efficacia nell’albo illustrato.

Un titolo molto stimolante che fa degli abiti e degli accessori dei simboli narrativi dal forte valore semantico è Au bonheur des dames. Petit Imagier des Vetements, ispirato all’omonima opera di Emile Zola, di Sophie Tilly e Amelie Videlo, pubblicato per le  Editions Marmaille & Compagnie. Questo albo è caratterizzato da più possibilità di lettura. Il primo è quello iconografico: si tratta di un imagier, una raccolta di immagini che catalogano indumenti e accessori di moda.


Au bonheur des dames. Petit imagier des vêtements, Anne-Sophie Tilly e Amélie Videlo ©Editions Marmaille & Compagnie, 2014

Una semplice parola descrive l’oggetto con cui il piccolo lettore impara a familiarizzare: un ombrello, un completo elegante, delle uniformi, un cappotto, dei cappelli e così via. Osservando meglio le illustrazioni si nota che oltre all’oggetto in primo piano, alcuni dettagli degli ambienti, le espressioni o gli atteggiamenti dei personaggi suggeriscono qualcosa in più: questo è il livello letterario. C’è una storia che si svela gradualmente dietro l’abito: è la trama del romanzo di Zola. La narrazione delle vicende però viene affidata esclusivamente al potere evocativo delle immagini. Non c’è alcun testo esplicativo. Unico indizio, i nomi  dei due personaggi, Octave Mouret e Denise Baudu. Di conseguenza, per comprendere la storia, il bambino può solo leggere le figure affidandosi alla sua capacità di osservazione. Ed ecco che gli indumenti svelano la storia di un’orfana in cerca di lavoro che diventa una commessa del grande magazzino Au bonheur des femmes dove le dame della nobiltà parigina acquistano abiti, scarpe, cappelli all’ultima moda.  Vediamo Denise diventare rossa quando incontra il proprietario della boutique, Octave. Senza indugiare sul lungo e tormentato rapporto amoroso tra i due, saranno un vestito bianco e un anello, nell’ultima pagina, a far intuire il lieto fine.


Au bonheur des dames. Petit imagier des vêtements, Anne-Sophie Tilly e Amélie Videlo ©Editions Marmaille & Compagnie, 2014

Con poche immagini sapientemente composte è possibile introdurre già ad un’età precoce la letteratura alta. Ma anche la storia. Il terzo livello di lettura, infatti, è ancora più sottile: essendo l’opera di Zola ambientata nel XIX secolo, gli abiti e gli accessori mostrati nelle illustrazioni rispecchiano la moda dell’epoca. Un semplice confronto con i vestiti indossati dal bambino può stimolare la percezione del tempo e della storia seppur ad un primo generico stadio. 

Non è difficile intuire quali possano essere in ambito educativo i frutti dell’utilizzo degli imagiers di qualità come questo in cui l’immagine riesce a veicolare contenuti complessi con grande semplicità ed efficacia.

Un titolo di altissimo livello sul tema del tessuto e della sue infinite possibilità narrative è Secrets d’etoffes, purtroppo ancora inspiegabilmente inedito in Italia, frutto di una ricerca trasversale che ha coinvolto la giornalista specializzata in arti decorative Claude Fauque, la scrittrice Anne Lascoux e l’illustratrice Charlotte Gastaut. Le autrici, consapevoli del profondo legame tra l’abbigliamento, il tessile e i racconti folkloristici, tentano di entrare in questo misterioso intreccio raccogliendo ventiquattro favole da tutto il mondo, suddivise per tematiche.


Secrets d’etoffes di Claude Fauque, Anne Lacoux e Charlotte Gastaut, Secrets d’étoffes , Albin Michel, 2015

Tutto in quest’opera è curato nei minimi dettagli: la varietà dei motivi ornamentali, la ricercatezza dei contenuti e dell’estetica, le soluzioni cartotecniche adottate, che imprimono nel libro la forza evocativa necessaria per trasmettere al piccolo lettore la bellezza della matericità delle stoffe, la sapienza artigianale per realizzarle, la curiosità necessaria per approfondire il legame misterioso tra l’umanità, l’abito e il filo tessuto. Un filo invisibile che l’uomo ha dovuto intravedere nascosto nel vello delle pecore per produrre la lana, nei fiori per ricavare il cotone, nei bozzoli delle farfalle per fare la seta. Il filo è legato alla vita, alla natura, ai mestieri. L’arte della tessitura, con i suoi strumenti è il frutto di saperi trasmessi, di un ingegno collettivo presente in tutte le civiltà del mondo. E’ un attitudine intrinseca dell’uomo per questo il tessuto e l’abito rappresentano un patrimonio culturale e sociale universale. Molti dei racconti nell’albo riflettono l’associazione che ha legato per secoli la sfera femminile al cucito, fonte di sopravvivenza o di fatica da cui fuggire. Il corredo da sposa è un altro elemento catalizzatore di energie, sacrifici, aspettative, virtù delle donne raccontate in questa antologia, così come l’arte di arrangiarsi con il recupero dei materiali.


Secrets d’etoffes di Claude Fauque, Anne Lacoux e Charlotte Gastaut, Albin Michel, 2015

Il tessuto è un tesoro da conservare e trasmettere. Esso si carica di poteri speciali, capaci di decidere della vita o della morte dei personaggi come in Barba blu dove la moglie di Barba blu si salva grazie ad filo legato al cane mandato a cercare aiuto; oppure in Cappuccetto Rosso la bambina in procinto di essere divorata dal lupo chiede di andare al bagno e ne approfitta per fuggire legando il filo che le incatenava il braccio al lupo ad un ramo di un albero.
L’abito è un elemento distintivo imprescindibile dell’identità dei personaggi raccontati: esprime il potere economico per le figure maschili o seduttivo per quelle femminili. Avere l’abito giusto è tutto, può rivelarsi una sciagura o una fortuna come sa bene Pelle d’Asino che al potere di trasformazione  intrinseco dei suoi vestiti deve la salvezza della sua vita e la sua felicità.

La preziosità dei colori e la creatività dei motivi decorativi delle stoffe degli abiti sono protagoniste di un altro albo innovativo, Dame e cavalieri della collana Pippo (Piccola Pinacoteca Portatile, pubblicata da Topipittori. Il tema questa volta è trattato da un punto di vista diverso, non più letterario ma artistico: i tessuti damascati, i velluti, le sete, le pettinature e gli indumenti alla moda sono ispirati a ritratti di personaggi illustri del XIV e XVI secolo conservati nei musei. Si tratta di un album da utilizzare per realizzare una propria opera d’arte, completando le sagome che riproducono i dipinti con il disegno, la pittura e il collage.


Dame e cavalieri, Marta Sironi e Francesca Zoboli © Topipittori 2012 

Le trentadue riproduzioni di stoffe lussuose e di textures possono essere staccate, ritagliate ed incollate sulle silhouettes delle illustrazioni per fare esperienza diretta della realizzazione di un abito ma anche per familiarizzare con il linguaggio pittorico. Attraverso la pratica del fare, il bambino viene sollecitato ad interagire e a confrontarsi con l’opera d’arte reale e  viene stimolato a familiarizzare con l’ambiente museale e a ricrearlo nella sua stanza attraverso un uso “trasgressivo” delle pagine del libro, forse l’unico che avrà mai il permesso di strappare. 

Attraverso la pratica del fare, il bambino viene sollecitato ad interagire e a confrontarsi con l’opera d’arte reale e  viene stimolato a familiarizzare con l’ambiente museale e a ricrearlo nella sua stanza attraverso un uso “trasgressivo” delle pagine del libro, forse l’unico che avrà mai il permesso di strappare. 

Gli albi di questo genere hanno anche un’altra importante caratteristica: attraverso l’esemplificazione, la riproduzione e l’analisi dei motivi ornamentali dei tessuti, orientano l’attenzione dello sguardo al dettaglio, educano all’amore per il bello e a decifrare il complesso linguaggio estetico della sartorialità.

Essi sono una risorsa fondamentale per l’immaginazione,  perché consentono di sviluppare un alfabeto visivo nuovo capace di ampliare le possibilità del bambino di decifrare il mondo e di appropriarsene, oltre a raffinare la capacità di osservazione.

Uno sguardo orientato al bello è una mente capace di immaginare il nuovo.


Dame e cavalieri, Marta Sironi e Francesca Zoboli © Topipittori 2012   

Un’artista contemporanea che ha incentrato la sua arte sulla tessitura è Louise Bourgeois a cui è dedicato un albo superlativo,
Ninnanannadistoffa, vincitore del premio Bologna Ragazzi Award 2017, pubblicato in Italia da Mondadori Ragazzi e illustrato da Isabelle Arsenault, illustratrice canadese molto amata anche qui da noi. Torna di nuovo in questa biografia il tema del filo, questa volta per rimettere insieme i pezzi smembrati e logori della vita. Louise viene da una famiglia di restauratori di arazzi, impara il mestiere e con esso a ricucire le ferite di un padre assente. “Tessere era il suo modo di risanare le cose”, come fanno i ragni, come fa l’operosa madre. Dopo la sua morte, la giovane lascia gli studi e inizia a dedicarsi all’arte per elaborare il lutto: la sua prima opera sarà Maman, un ragno di acciaio e bronzo di 9 metri. In tutta la sua opera rielabora le gioie e i drammi dell’infanzia attraverso fili di lana e stoffe; raccoglie e smembra tutti i tessuti della sua vita per trasformarli in opere d’arte: sculture, imbottite, libri di stoffa, ragni.


Louise Bourgeois, Maman, acciaio, bronzo e marmo, 1999, Tate Modern, Londra.

L’arte della tessitura ricompone gli affetti, lenisce il dolore della perdita, fa rivivere nel cuore gli assenti. Ancora una volta, tutto il processo catartico parte significativamente dal tessuto, da uno sguardo diverso sulle cose ordinarie. 

Louise lavora, fa memoria, si racconta, cura le sue ferite attraverso la stoffa che, come la melodia di una ninnananna, la accompagna per tutta la vita. Il potere taumaturgico dell’arte è amplificato da quello del tessuto.


Ninnananna di stoffa. La vita tessuta di Louise Bourgeois © Amy Novesky, per il testo © 2018 Isabelle Arsenault, per le illustrazioni © 2018 Mondadori Libri S.p.A., Milano, per l’edizione italiana